Animali addio: pulcinella di mare (1976, cm. 65x45, olio su tela).

IL DICIANNOVESIMO

I. Bruzzi è un naif arrabbiato, mi dice Tina. Che sia? Mi domando io. Certo è che questo Bruzzi, le rispondo, ha rappresentato una serie di animali con un tratto essenziale, semplicissimo...Anzi no, direi proprio che Bruzzi è un naif isolato, insiste lei, la Tina. Questa conversazione a due si protrae ormai da una ventina di minuti. In verità il discorso aveva toccato altri spunti, si era parlato di Picasso e di Bacon, s'era poi citato Bosch e Holbein, e altri ancora; insomma tutti coloro i quali hanno in qualche modo affrontato l'argomento, hanno cioè figurato "animali". Sì, l'argomento non è nuovo, anzi si tratta di un tema che si ripresenta spessissimo nelle arti figurative, tanto più frequentemente negli ultimi anni. Ma Bruzzi esula un po' da ogni precedente. Inquadrarlo, tentarne una definizione è pertanto problematico. Quel che è certo, comunque, è che la sua è una rappresentazione "emblematica" e basterebbe risaltare la funzione di quella banda (o linea) che incide puntualmente ogni figura e ne scancella una parte per averne conferma. Si tratta dunque di una serie di "emblemata" la cui radice figurativa culta è in certe incisioni dell'ottocento; cui la redazione bruzziana dà una originale "ideologia" che è tentativo di erosione dei limiti dell'universo piccolo borghese. Ancora una volta dei soggetti particolari finiscono per rappresentarci altro da se.

II. Tutto quello che c'era di faticoso e di meccanico nel mio testo è finito; quel che rimane potrò aggiungerlo nei momenti di pausa. Dev'essere stato questo pensiero del peso tolto a darmi l'idea di andare a visitare i quadri e i disegni di Bruzzi all'ora del tramonto; più o meno l'ora in cui tutti gli abitanti della foresta scendono al fiume a dissetarsi. Ha scritto da qualche parte Pier Paolo Pasolini: "Tutto puzza di morte, di fine, di fucilazione... tutto puzza di spari, tutto fa nausea se si pensa che su questa terra cacano quei tali..." E questo sembrano ripetere in coro i miei interlocutori di stasera: un clan di straordinarie caricature d'uomini, animali sulla strada dell'ultimo loro doloroso tramonto. Aquila, pipistrello, rinoceronte, pulcinella di mare, koala, lama, mangusta, nel primo coro. Dromedario, puma, tigre, orango, cammello, upupa, leone, scimpanzè, gufo, fenicottero, gorilla, nel secondo coro. Insieme, lo stesso effetto di un ricordo futurista: l'impressione di una ventata passeggera che conduce, da lontananze inesplorate, grida, suoni e vicende sconosciute. I non garantiti, i non rappresentati, ecco chi sono i protagonisti di questa mostra. Animali, voi dite, certo, ma animali in via di estinzione; emarginati, derisi, abbandonati al loro destino. Mentre altri animali, animali "pubblici" (che ben conosciamo), non solo sopravvivono ma fanno della loro "bestialità" gran vanto. E felici si scambiano semplicemente i posti a tavola. Essi ignorano i poveri non garantiti, che hanno relegato in qualche campo di concentramento, in qualche ghetto, ad attendere la muta morte. Dunque gli altri animali banchettano mentre questi "sopravvissuti", che si chiamino "fenicottero" o "pulcinella di mare" poco importa, domani non saranno più.

Rolando Bellini
(Presentazione mostra personale "Galleria L'Indiano", Firenze 1978)


Animali addio: aquila (1976, cm. 70x90, olio su tela).

"ANIMALI ADDIO" DI BRUZZI

Quando Bruzzi mi invitò a visitare il suo studio per vedere una serie di opere riguardanti gli animali, ed in particolare quelli in via di estinzione, fui lieto di sentire che un pittore si interessava a questo tema così singolare e così importante. Fu un vero piacere vedere come l'artista, ponendosi di fronte ad un tema così complesso ed insidioso che poteva indurre al dramma, al sangue e perchè no, ad un certo pateticismo, era riuscito, attraverso una catarsi interiore vissuta in armonia con la sensibile moglie signora Paola, profondamente appassionata al mondo della natura, a superare soggettive tentazioni di colore e di forma. Come ad esempio l'inevitabile esplosione cromatica del Pulcinella di mare, o l'armonioso susseguirsi disegnativo della Tigre, per scavare in profondità, attraverso una metafisica psicologia, dove il soggetto consegnato ormai al tempo, scandisce l'ultimo sottile messaggio prima di essere definitivamente "trofeo". Trofeo da trespolo, come Bruzzi ci presenta l'Aquila - Un interrogativo perchè? ci giunge dal Lama - ed il Rinoceronte col suo piccolo occhio un po' miope, sembra esigere un'ultima spiegazione prima di sprofondare oltre la linea viola. Il ricorrere di questa linea ci segue come una martellante condanna. Una testa di Dromedario ci guarda stupito e attonito, mentre il Leone accigliato esprime la sua profonda preoccupazione per quanto avviene. Il Puma, disegnato con poche eleganti linee, sembra ricordare attraverso l'incredulità del suo sguardo quanto poco tempo fà è accaduto al puma che si aggirava nelle campagne senesi. Felice ormai per una riconquistata libertà ed ucciso in una notte di luna quando la vita vibrava più forte per fare della sua pelle un trofeo, simbolo dell'umana presunzione. Infine l'umanizzata saggezza dell'Orango può indurre a pensare e, perchè no, a dubitare. Un profondo messaggio ecologico ed umano, quello che Bruzzi ci trasmette con la sua mostra. Un messaggio che ogni uomo dovrebbe raccogliere e meditare.

Gilberto Tozzi
(Presentazione mostra personale "Galleria L'Indiano", Firenze 1978)


In occasione della mostra personale di Giovanni Bruzzi “Animali Addio” alla “Galleria L’Indiano” di Firenze, si è tenuta una conferenza sul tema “Animali in via di estinzione”, da sinistra, Rolando Bellini, critico d’arte e presentatore in catalogo, Gilberto Tozzi, direttore del “Centro Scienze Naturali” di Prato e presentatore in catalogo, il gallerista Paolo Marini (20 gennaio 1978).



In occasione della mostra personale “Animali Addio” di Giovanni Bruzzi alla “Galleria Kama Studio” di Roma, si è tenuta una conferenza sul tema “Animali che scompaiono”, da sinistra, Giovanni Bruzzi, Fulco Pratesi, presidente della L.I.P.U. e vicepresidente del W.W.F. (28 febbraio 1978).



Nel 1980, Giovanni Bruzzi realizzava per "NATURA=VITA", un'associazione per la protezione dell'ambiente, il manifesto "COSI' PARLO' UN PELLEROSSA", di straordinaria preveggenza sui terribili guasti della civiltà moderna.


Giovanni Bruzzi sull’impalcatura all’altezza del murale (dieci metri da terra) Aquila Addio, a Cles nel luglio 1980.



Aquila addio, murale eseguito da Giovanni Bruzzi per il Comune di Cles nel 1980.



Tucano, (1989, cm. 90x70, olio su tela).



Rinoceronte bicorne (2000, cm. 100x80, olio su tela).