Giovanni Bruzzi (Firenze 2012).

IL PERSONAGGIO Fra gallerie prestigiose e rilanci pericolosi

Anche l’arte è un azzardo
Parola di pittore biscazziere

Giovanni Bruzzi racconta la propria vita giocata su due tavoli paralleli: i quadri e le bische clandestine

Fu il grande teorico del Surrealismo, André Breton, a segnare la vita di un giovane pittore italiano in cerca di fortuna a Parigi. Un giorno di dicembre del 1961 il venticinquenne fiorentino Giovanni Bruzzi bussa alla sua porta in Rue Fontaine 42 con un piccolo quadro sotto il braccio. Lo scrittore lo riceve nella sua modesta casa strapiena di capolavori, gli offre una frittata con cipolle, si complimenta per le sue prove, ma gli dice che per altri quindici anni avrebbe fatto la fame. Uno choc per Bruzzi, che per sopravvivere passava le notti in bianco nei night club facendo il «finto cliente» al Narcisse, al Tabou, al Venus Jockey. Aveva appena tenuto un'insperata personale alla Galerie du Foyer des Artistes, diretta dal famoso fotografo Marc Vaux, e non gli andava né di rinunciare al lavoro di pittore né di morire di fame.
Che fare? Seguire i consigli di Breton, che gli prospettava vite alternative, dal puttaniere al gigolò? Così il ragazzo, tornato in Italia qualche anno dopo, divenne biscazziere. Bruzzi ripercorre ora quegli anni nel suo studio fiorentino di Via Varchi 44, pochi locali strapieni di quadri, bambole, burattini, libri, colori, pennelli. Tutto ordinato, come la sua persona, signore settantenne dalle lunghe basette bianco-grigio, l'occhio fermo e duro, in cui si leggono ancora «stangate», «tout-va al baccarat», «filotti avvelenati». «Lo scriva che anche oggi chi fa il pittore sul serio comincia a guadagnare qualcosa solo a cinquant'anni, se va bene».
Giacca a quadri azzurri, lunga sciarpa a righe multicolori, Bruzzi è uno strano incrocio fra l'artista, il gentiluomo e l'ex uomo della mala. Una vita, la sua, che affascina per il doppio volto di pittore e di gestore di bische clandestine, senza incroci, in parallelo. Lo stesso nome e due persone, l'artista metafisico e del realismo magico e il Professore della gang, come lo chiamavano, perchè incensurato, che «mette in mutande e stanga» politici e ricchi borghesi. Un'esistenza da romanzo, che sarà il soggetto di un film negli Stati Uniti dal titolo Swindle (Imbroglio, uscirà tra fine 2012 e inizio 2013), prodotto da Michael Tadross jr, Phil Ferrara e Eric Bassett. Bruzzi ne ha steso la sceneggiatura, insieme allo scrittore Lance Lane, traendola dal suo libro autobiografico Professione biscazziere, giunto nel 2010 alla terza edizione (Alcuna Editrice). E ha un fondamentale ruolo di consulente per tutta la pellicola, che riguarderà la sua vita avventurosa negli anni '60-65. Dal soggiorno parigino all'ingresso nel mondo del gioco d'azzardo clandestino nel luglio del 1962, nella più importante gang del settore. Sino alla società, alla pari, con il super-baro francese Albert il Marsigliese. Con lui ha gestito, nell'estate del '65, a Chianciano Terme, il «tout-va al baccarà» più devastante mai avvenuto in Italia. «Fregammo industriali, imprenditori dell'alta finanza, tutti...» racconta divertito e nostalgico.
È il terzo film sceneggiato da Bruzzi, dopo Regalo di Natale e La rivincita di Natale, diretti da Pupi Avati, autentici cult-movie. Ne è entusiasta. «Sarà un grande film, con tutta la gang, boss, baro, buttafuori, e naturalmente io, il Professore. Ci saranno le mie vicende parigine, le donne, personaggi come Joe Adonis, il gangster italo-americano residente a Milano, il padrino dell'epoca». E ancora scene drammatiche, con centinaia di persone ai tavoli da gioco e irruzioni della polizia. Ci sarà Renis, il boss, che gli insegnò tutto, standogli vicino per molti anni, dal '62 al 1981, quando l'avventura delle bische finì e il gruppo si sciolse. Perchè? «S'era infilata una gang di Palermo, un'altra tradizione rispetto alla nostra toscana. C'erano stati morti, si rischiava la vita. Così abbiamo chiuso». Da allora, la retta via? «Per forza».
I ricordi giungono a fiotti. E la pittura? Torna serio e pensoso. «Ho sempre continuato a dipingere». Estrae da uno scaffale una serie di cataloghi che raccontano la sua lunga storia di pittore, con oltre cento mostre che gli hanno valso nel 2006 il titolo di Cavaliere della Repubblica. Una pittura nitida, pulita, che parte dagli insegnamenti accademici di un bravo maestro toscano per liberarsi di ogni fardello a Parigi, dove rimane affascinato dai grandi del Sette e Ottocento, David, Ingres, e poi nel Novecento da Broglio, Delvaux, Magritte. Ritratti, nature morte, qualche paesaggio come I tetti di Parigi, gladiatori, manichini, rinoceronti, vecchie insegne parigine, manifesti.

Maurizia Tazartes
info@mauriziatazartes.it

(Il Giornale, 4 febbraio 2012)



Articolo (Il Giornale, 4 febbraio 2012)


Giovanni Bruzzi (Firenze 1959).



Giovanni Bruzzi (Parigi - 1972).



Giovanni Bruzzi(Firenze-1983).


Giovanni Bruzzi (Firenze 2004).


Giovanni Bruzzi (Washington D.C. - 2005).



Giovanni Bruzzi nel suo studio in Via Varchi a Firenze nel 2006.

A GIOVANNI BRUZZI L'ONORIFICENZA
"ORDINE AL MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA"
CON NOMINA A CAVALIERE UFFICIALE






La cerimonia della nomina a Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana di Giovanni Bruzzi (sinistra), da parte di Andrea De Martino (centro) Prefetto di Firenze e di Silvano Gori (destra) Assessore del Comune di Firenze nel Palazzo Medici Riccardi-Salone Carlo VIII
(2 Giugno 2006).

NOTE BIO-BIBLIOGRAFICHE

Giovanni Bruzzi (Firenze 1936), pronipote del pittore Stefano Bruzzi (Piacenza 1835-1911), ha iniziato a dipingere giovanissimo nello studio di Rodolfo Margheri, poi suo professore all'Accademia Belle Arti di Firenze. Nel 1954 e nel 1956 si è recato a Parigi per un viaggio di studio e vi è ritornato per viverci dal 1960 al 1964. Attualmente vive e lavora a Firenze. Intensa la sua presenza sulla scena artistica: ha tenuto più di 100 mostre personali a Parigi, in importanti città degli Stati Uniti e nelle principali città italiane Milano (4), Roma (7), Firenze (23), Bologna, Verona (2), Modena, Pescara (2), Ancona (2), Prato (5), Forte dei Marmi (2), Campobasso, Lucca (2), Urbino, Orvieto, Teramo, Rieti, Pistoia, Città di Castello (2), Massa Marittima, Sesto Fiorentino (3), L'Aquila, Arezzo (2), Ravenna, Grosseto (2), Civitavecchia, Montecatini Terme (2) ecc. in importanti gallerie d'arte e si è presentato anche in centri culturali e sedi pubbliche. Ha partecipato per invito a molte rassegne e premi nazionali ed internazionali (XXI Biennale Internazionale Premio del Fiorino, Firenze 1973). La sua produzione comprende i più diversi soggetti (Figure, Ritratti, Nature morte) con opere anche di grande impegno (Suonatori Jazz, Gladiatori, Guerrieri); negli Anni Settanta ha operato prevalentemente per cicli, ne ricordiamo i titoli: Cereus, Vecchie insegne, Omaggio al fumetto, Comic-lexicon, Animali addio, Spugne, Ciclopi. La critica ufficiale ha sempre scritto sul suo lavoro; è "Segnalato Bolaffi 1978" per la pittura. Ha conseguito numerosi premi e riconoscimenti e molte sue opere si trovano in pinacoteche pubbliche. Nel 1980 eseguiva un murale nella città di Cles e nel 1991 dipingeva il palio di Massa Marittima. Giovanni Bruzzi nello specifico settore della editoria esoterica e magica, ha illustrato i seguenti libri: Nel segno di Cagliostro di Franco Riccomini (copertina e 12 tavole, Editrice Atanòr, Roma 1982), Magia e Sogni di Autori Vari (copertina e 35 tavole, Lucio Pugliese Editore, Firenze 1985) e Miti e Leggende del Mistero di Fabio Filippetti (copertina e 46 tavole, Lucio Pugliese Editore, Firenze 1988). Inoltre per riviste e periodici, sempre nell'ambito dell'occulto e del paranormale, ha eseguito varie copertine e illustrazioni. Giovanni Bruzzi è stato un grande esperto di gioco d'azzardo. Ha già scritto e illustrato cinque libri sull'argomento: Banco di nove (prefazione di Urbano Sabatelli, Edizioni Il Candelaio, Firenze 1981), La cagnotta del croupier (Editrice Fortuna, Fano 1988), A redini basse (Editrice Marcelli, Ancona 1990), Il filotto nel sabot (Editrice Arcadia, Teramo 1992), I vicini dello zero (Editrice Kappaesse, Firenze 1994), Professione biscazziere (Editrice Occulta, Firenze 2001 - Editrice Alcuna, Firenze 2007) che raccontano fatti e memorie di bische clandestine e di scommesse sui cavalli. Sempre per le Edizioni Kappaesse ha anche edito due libretti, Perché Adonis e Après Renis, che raccontano lo spaccato di un'epoca mitica, attraverso la storia individuale di due boss del mondo del gioco d'azzardo clandestino. Giovanni Bruzzi nel 1986 ha scritto per Pupi Avati la drammatica partita a poker, sulla quale è incentrato tutto il film "Regalo di Natale", funzionando inoltre da consulente sul set per tutti i ciak riguardanti il tavolo verde e le scene di gioco; il cast della pellicola comprendeva Carlo Delle Piane (che vincerà poi il "Leone d'Oro", come miglior attore, al 43° Festival del Cinema di Venezia), Diego Abatantuono, Gianni Cavina, Alessandro Haber, George Eastman e Kristina Sevieri. La rivista Ciak (n° 1, gennaio 1990) ha classificato "Regalo di Natale" fra i migliori dieci film italiani (Top Ten) de "I favolosi anni 80", fra più di mille pellicole. Nel 2002 ha scritto e sceneggiato anche la partita di poker del sequel "La Rivincita di Natale", sempre di Pupi Avati e con gli stessi attori, fornendo anche questa volta una indispensabile e diretta consulenza sul set per tutte le mani del poker. Ha pubblicato poi Poker cinematografico (Edizioni Kappaesse, Firenze) e Poker cinematografico 2 (Edizioni La Nave, Firenze), due  libretti specifici e dettagliati su tutto il lavoro riguardante i film. Dal 1988, è stato ospite-protagonista di importanti programmi televisivi: "Maurizio Costanzo Show" (2 volte, Canale 5), "Ore 12" (Canale 5) condotto da Gerry Scotti, "Perdonami" (Rete 4) condotto da Davide Mengacci, "Sarà vero?" (Canale 5) condotto da Alberto Castagna, "La verità" (Rete 4) condotto da Marco Balestri, "Parlato Semplice" (Rai 3) condotto da Orlando Perera e Stefania Giuliani, "Italia Mia Benché" (Rai 3) condotto da Giordano Bruno Guerri e Cinzia Tani, "La cronaca prima di tutto" (Rai 1) intervista di Giacomo Galeazzi, "Unomattina" (Rai 1) condotto da Luca Giurato, "Frontiere" (Rai 1) intervista di Nino Esposito, "I fatti vostri" (Rai 2) condotto da Giancarlo Magalli, "Cominciamo bene" (Rai 3) condotto da Toni Garrani, "Porta a Porta" (3 volte, Rai 1) condotto da Bruno Vespa, "Buon Pomeriggio" condotto da Maurizio Costanzo (Canale 5). Nel 1989 per "Vannini - carte da gioco - Firenze" ha disegnato un mazzo di carte (52+2) commemorativo del Bicentenario della Rivoluzione Francese. Il mazzo è esposto nel settore "Les cartes de la Révolution" del "Musée Français de la Carte à jouer" alla Ville d'Issy - les - Moulineaux (Parigi). Giovanni Bruzzi, il 2 giugno 2006, è stato nominato Cavaliere Ufficiale delle Replubblica Italiana, per meriti artistici.

PRIMI PASSI

Giovanni Bruzzi, nel 1945 all'età di nove anni, entrò nello studio del pittore-incisore Rodolfo Margheri, professore di tecniche grafiche all'Accademia Belle Arti di Firenze, per iniziare l'apprendistato del difficile mestiere del pittore, che si è protratto fino all'ottobre del 1954, quando Giovanni Bruzzi, all'età di diciotto anni, si trasferì in un suo proprio studio (Via dei Conti 6, Firenze), pur continuando il rapporto formativo con Rodolfo Margheri come studente dei corsi di tecniche grafiche all'Accademia Belle Arti di Firenze fino al 1958, anno in cui dovette adempiere all'obbligo del Servizio Militare. Qui viene riprodotto il primo quadro a olio eseguito da Giovanni Bruzzi (Oggetti, 1946, cm. 29x21, olio su tavola) all'età di dieci anni, come documento e curiosità.


Oggetti, (1946, cm. 29x21, olio su tavola).


Giovanni Bruzzi nel suo studio in via dei Conti 6 a Firenze nel 1955.

PER GIOVANNI BRUZZI

Io ti ricordo bambino nel mio studio e ancora conservo una delle tavolette che dipingesti a quel tempo, quando ti era sufficiente girare attorno gli occhi vivaci e attenti per scoprire un motivo e fissarlo sulla superficie scabra del legno con disinvoltura e sicurezza. Accanto a te, tormentato dal dubbio e dai pentimenti, guardavo la serena freschezza del tuo lavoro senza per altro esercitare una qualche influenza nel tuo procedere (come mi consiglia la lunga esperienza d'insegnante) e senza elogi eccessivi (perchè non ritengo onesto coltivare le facili disposizioni). Che la tua disposizione fosse autentica, lo dimostra la scelta, contro ogni opposizione e allettamento, a favore di questo meraviglioso mestiere. In questi anni, malgrado l'uggia del servizio militare, ho avvertito il tuo crescente entusiasmo per il lavoro e in occasione delle mie visite allo studio ho avuto modo di seguire il tuo sicuro maturare. Certo il visitatore, che entri nella sala dove saranno esposti i tuoi lavori, dovrà necessariamente superare l'inattualità del tuo linguaggio espressivo. Educato ormai alla seduzione delle forme astratte, alla suggestione delle superfici grommose e sbruciacchiate, al fascino delle sgocciolature (alludo agli esempi di imitazione con tutto il rispetto per quelli originali) con ancora negli occhi il ricordo, o il rammarico, della succosa pittura post-impressionistica il visitatore dovrà riaggiustare il fuoco del suo intendimento artistico per poter accettare la chiarezza formale della tua pittura e la nitidezza della stesura cromatica. Il visitatore tanto spesso sottoposto alla violenza dei linguaggi difficili, alla esasperazione dei contorcimenti espressionistici, alla lusinga delle posizioni modistiche, non sarà questa volta mortificato nella sua capacità di comprensione. Le forme degli oggetti e delle figure, nei tuoi dipinti, gli appariranno familiari e consuete attraverso un linguaggio chiaro e ordinato il cui preciso significato rimane ugualmente distante dal pittoricismo accademico e dall'accademia dell'astrazione. Il visitatore attento avvertirà nella tua pittura, oltre i limiti delle sue preferenze, la forza giovanile nell'accettare il rischio di una posizione inattuale e precisa, la fiducia cosciente nel proprio mondo interiore e l'apertura verso una possibilità di riscatto della forma nell'attuale clima artistico.

Rodolfo Margheri
(Estratto dalla presentazione in catalogo della mostra personale alla "Galleria La Pantera", Lucca 1960)


Giovanni Bruzzi nel suo studio a 13 Carrefour Odeon a Parigi nel 1960.


Giovanni Bruzzi nel suo studio di Via degli Artisti a Firenze, nel dicembre del 1964.

IN PRINCIPIO: 
FIRENZE E PARIGI

In quel tempo teneva studio in via dei Conti. Successivamente si trasferiva in Via degli Artisti. Del periodo delle origini ricordiamo Mele cotogne appassite (1954), quasi un punto di arrivo nei confronti delle primissime testimonianze Oggetti (1946), Bicchiere e piatto (1946), Gatto (1949), Catino con frutta (1949) e Paesaggio a Montepiano (1953). Subito dopo dipinge con stile già proprio Golia ucciso (1955), Calciatore (omaggio a Julinho), collocato allo Stadio Comunale di Firenze, Giocatore di biliardo, e nel 1956 Tribute to Kenton. Nel 1957, Faust e Mefistofele, Ritmo (un omaggio a Shelly Manne), Cool Jazz; nel 1958 Cancro errante, Nudo velato. Nel 1958 è l'anno del servizio militare. Del 1959 è il primo Autoritratto, Drums-lexicon (anticipatore del ciclo della scrittura degli anni '70) e Sansone alla macina. Con Sansone alla macina incomincia la storia pubblica con le prime mostre e un prolungato contatto con l'ambiente parigino. Nella primavera del 1960 va a Parigi - vi era già stato per periodi, più o meno brevi, nel 1954 e nel 1956 - e vi rimane a lungo abitando una stanza del Quartiere Latino, avendo un rapporto formativo con pittori, musicisti jazz e letterati. Nel 1961 tiene una mostra personale alla "Galérie du Foyer des Artistes", diretta da Marc Vaux; nell'occasione registra un lusinghiero contatto con la critica e conosce André Breton. Il catalogo non ha una presentazione ma un "Ode a Giovanni Bruzzi" del poeta José Montero-Valle.

Silvano Giovacchini
(Estratto dalla presentazione della monografia "Giovanni Bruzzi", Edizioni Il Candelaio, Firenze 1980)


Il Ponte Vecchio sventrato dall'alluvione (1966, cm. 70x50, pastello e acquerello su carta).



La moglie Paola e il figlio Diego di Giovanni Bruzzi al “Forte di Belvedere” di Firenze, nell’agosto del 1969.



Paola, moglie di Giovanni Bruzzi, conversa con Cesare Zavattini, in occasione dell’inaugurazione di una mostra di quadri, genere naïf, del celebre scrittore e sceneggiatore al “Centro Bafomet” di Firenze (20 novembre 1979).



Giovanni Bruzzi, con la moglie Paola, sul Pont de L’Archevêché a Parigi, nell’estate del 1972; sullo sfondo il retro della Chiesa di Notre-Dame.



Giovanni Bruzzi nel suo studio di Via dei Servi a Firenze accanto al dipinto Giocatori di toppa, nel giugno del 1981.



Giovanni Bruzzi nel suo studio in Via dei Servi 32 a Firenze nel 1982.

Giovanni Bruzzi nel suo studio di Via dei Servi 32 a Firenze nel 1982.




Manifesto per la "Lega Disarmo Unilaterale" con il ritratto di Carlo Cassola, eseguito da Giovanni Bruzzi nel 1981.


Pupi Avati e Giovanni Bruzzi sul set del film "Regalo di Natale" (marzo 1986).



Artisti per il disarmo: Giovanni Bruzzi, La guerra insidia sempre la pace (1987, cm. 50x70, tecnica mista su cartone bianco) e Alberto Moravia, Forse preferirebbe un bambino (autografo direttamente sull'opera pittorica).



Giovanni Bruzzi (al centro) al "Maurizio Costanzo Show" (3 marzo 1988).



Giovanni Bruzzi al "Maurizio Costanzo Show", a destra, l'attore Massimo Serato (7 aprile 1988).


Da destra, Alberto Castagna e Giovanni Bruzzi a “Sarà vero?” (Canale 5, 22 ottobre 1993)



Giovanni Bruzzi a “Italia mia benché” (RAI TRE, 24 novembre 1995).



Giovanni Bruzzi a “Frontiere” (RAI UNO, 13 febbraio2000).



Da sinistra, Stefania Giuliani, Giovanni Bruzzi, Orlando Perera a “Parlato Semplice” (RAI 3, 30 novembre 1994).



Giovanni Bruzzi prima dell’inaugurazione della sua mostra personale “Esoterismo & Mitologia”, nelle “Sale dell’Armeria Inferiore” del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma (10 settembre 2002).



Diego, figlio di Giovanni Bruzzi, all’ingresso delle “Sale dell’Armeria Inferiore” nel Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma, sede della mostra personale “Esoterismo & Mitologia” (10 settembre-6 ottobre 2002).

 



Giovanni Bruzzi davanti alla "New Vision Gallery" a Frederick (Maryland) nel febbraio 2005.



Giovanni Bruzzi all'ingresso della "Touchstone Gallery" a Washington D.C. il giorno della inaugurazione della sua mostra personale (9 febbraio 2005).



Locandina 1.



Locandina 2.



Locandina 3.



Locandina 4.



Al vernissage della mostra personale di Giovanni Bruzzi alla “Touchstone Gallery” di Washington D.C., da sinistra, Stephen Hall, direttore della “New Vision Gallery” di Frederick, l’artista, un collezionista e Diego, il figlio dell’artista(11 febbraio 2005).



Giovanni Bruzzi (con le carte in mano) sul set del film “La rivincita di Natale” (Cinecittà, settembre-ottobre 2002); si riconoscono Pupi Avati (in piedi, al centro), Gianni Cavina e Alessandro Haber (seduti al tavolo) e sempre seduti (di spalle) Carlo Delle Piane e George Eastman.



Giovanni Bruzzi a "Porta a Porta",condotto da Bruno Vespa ( RAI 1, 5 febbraio 2004).



Giovanni Bruzzi a “Porta a Porta”, condotto da Bruno Vespa, a destra, MaurizioVallone, vicequestore di Napoli ( RAI 1, 5 febbraio 2004).



Giovanni Bruzzi a "Porta a Porta",condotto da Bruno Vespa ( RAI 1, 10 novembre 2004).



Giovanni Bruzzi a "Porta a Porta",condotto da Bruno Vespa ( RAI 1, 10 novembre 2004).



Giovanni Bruzzi a “TV Artscape” (Adelphia Cable10,Maryland 2005).



Giovanni Bruzzi, con la moglie paola, davanti al "Thomas Jefferson Memorial" a Washington D.C.(ottobre 2005)



Giovanni Bruzzi a "Porta a Porta",condotto da Bruno Vespa ( RAI 1, 18 gennaio 2006).



Giovanni Bruzzi a "Porta a Porta",condotto da Bruno Vespa, a sinistra Barbara Palombelli ( RAI 1, 18 gennaio 2006).



Giovanni Bruzzi con Maurizio Costanzo a "Buon Pomeriggio" ( Canale 5, 31 ottobre 2006).



Giovanni Bruzzi in casa di Mario Fratti a Manhattan (2010). Mario Fratti, scrittore e commediografo, autore del musical "Nine", con protagonista a Broadway Antonio Banderas e al cinema Daniel Day Lewis.



Giovanni Bruzzi con il figlio Diego a New York (2011).