 Lucifero dantesco (2002, cm. 80x90, olio su tela).
 Faust e Mefistofele (1957, cm. 120x90, olio su tela).
Manifesto.
Manifesto.
A PROPOSITO DI MISTERO Si può dire che, da sempre, ho provato interesse per il
misterioso mondo della magia e dell'esoterismo; quando ero
ragazzo una delle storie a fumetti che mi intrigò di più fu
"Virus, il mago della foresta morta" (nel 1948, ne feci
anche un disegno copiato dalle tavole del grande Walter Molino e
poi, nel 1974, lo presentai in pittura-collage nella serie
"Omaggio al fumetto"). Nel corso degli anni ho
realizzato alcuni dei miei più importanti dipinti proprio su
soggetti con caratteristiche esoteriche indubbie ("Faust e
Mefistofele", "Golia ucciso", "Sansone alla
macina", "Sonnambula", "Fantasma",
"Il risveglio della mummia", "David e Golia",
"Ulisse e Polifemo", "Gigante e cavaliere",
"Cavaliere del Tempio"). Nel 1968, visitando il Forte
di San Leo nelle Marche, mi venne la curiosità di approfondire
il personaggio di Cagliostro (ne feci subito un ritratto da una
sua effige incisa in una stampa coeva); da quel momento, ho avuto
la spinta decisiva verso l'occulto e il paranormale eseguendo
numerose illustrazioni (con tecnica raffinatissima di altissimo
profilo artistico all'acquerello-pastello su carta) che sono
andate ad arricchire l'iconografia di libri e riviste di grande
tiratura a carattere nazionale, specialistici nel settore, con
copertine e tavole a colori di sicuro effetto visivo e di
perfetta simbologia specifica. Nel 1981, mentre in ore notturne
lavoravo, nel mio studio di Firenze, alle illustrazioni del libro
"Nel segno di Cagliostro" fui involontario protagonista
e testimone di eclatanti fenomeni di "apporti" e di
"poltergeist" che si ripeterono per più notti; anche
se questi accadimenti non potranno mai essere da me provati
scientificamente, dimostrano che esiste ancora qualcosa al di fuori del
controllo e del potere dell'uomo. Ed è proprio perchè a tanti
fenomeni, accaduti ma irripetibili, non sappiamo dare una logica
spiegazione che, ancora oggi, il mistero, la magia, l'occulto, l'esoterismo
e il paranormale mantengono immutato il loro grandissimo fascino.
Dato il diffusissimo interesse per l'argomento, ho anche
allestito numerose mostre con gli originali delle mie
"illustrazioni magiche" in prestigiose sedi pubbliche,
col supporto degli Assessorati alla Cultura e al Turismo,
riscuotendo sempre un clamoroso successo di pubblico.
Giovanni Bruzzi
Manifesto.
 Nel segno di Cagliostro, di Franco Riccomini (Editrice Atanòr, Roma 1982). Un'opera in copertina e 12 tavole a colori nell'interno di Giovanni Bruzzi.
 Mitau 1779: Cagliostro evoca il barone Federico der Recke, morto tragicamente (1981, cm. 64x72, pastello e acquerello su carta).
 Strasburgo 1780: Taumaturgia gratuita di Cagliostro verso i poveri (1981, cm. 64x72, pastello e acquerello su carta).
 Locandina.
IL "CAGLIOSTRO" DI BRUZZI
DODICI ILLUSTRAZIONI PER UN LIBRO
Prima di addentrarmi ad osservare le figurazioni inventate
da Giovanni Bruzzi, devo attestare come in maniera esemplare egli
abbia assolto un suo compito, quello di obbedire con scrupolosa
attenzione alle unità delle immagini. Esse pur nel loro
variare rappresentativo costantemente ripetono la misura e
sono attuate in modo da consentire la loro esatta riproduzione
nella ridotta scala voluta; e dunque egli ha fornito, a chi darà
forma alle pagine, un contributo di primaria importanza per
l'architettura del volume. Bruzzi ha voluto avvertirmi che questo
<<Nel segno di Cagliostro>>,
scritto da Franco Riccomini e da lui figurato, è testo che non
già contiene una biografia più o meno romanzata, o addirittura
una romanzesca narrazione, ma si presenta quale valutazione dei
vari aspetti in cui il Cagliostro fu considerato; la forma di
mago, d'alchimista, d'indovino, di taumaturgo, di pericoloso
affiliato alla Massoneria, di avventuriero scaltrissimo che
ha circondato la sua figura, viene in esso, proposta ad una
esplorazione e quasi scientificamente indagata. Istintiva
intelligenza, approfondita cultura, sapiente ricerca hanno
condotto Giovanni Bruzzi alla invenzione di queste pitture
disegnate "pitture" perchè i colori sono scelti
ed usati da lui con intenti intimamente allusivi, e non con
osservanza veristica, "disegnate" per l'acutezza
in cui appaiono scritte nel segnare contorni e plasmare
volumi (qualità proprie della di lui natura, come mi fu dato
leggere in opere sue di più ampio respiro, di speciosa materia,
diretta emanazione della terra fiorentina).Tali mi appaiono le
sue dodici illustrazioni condotte a limpido acquerello, racchiuse
in un uguale blocco di spazio, dal quale però egli deborda
(e qui è palese l'aggancio al tempo della nostra inquieta vita,
così come lo è la impennata di certi tagli nel nero);
deborda con elementi o particolari di elementi, quasi volesse
annodare la figurazione centrale e pesante al
maggiore spazio del foglio bianco a guisa di suggello, o anche
suggerirne lo snodarsi e il fluire oltre le limitazioni.
Stabiliti dodici episodi salienti nella settecentesca vicenda di
Cagliostro, Bruzzi li ha rifigurati con richiami dal valore
simbolico - non ha narrato, ma suggerito - perfettamente aderendo
in tal modo agli intenti che il testo si propone. Allorchè deve
indicare personaggi famosi li isola, li ritaglia ben
riconoscibili, avendone desunte le immagini da ritratti dipinti,
plasmati, incisi da artisti ad essi contemporanei, tali Casanova,
il cardinale di Rohan, il decapitato marchese De Launay, Lorenza
- posta al centro della composizione - al suo divenire Contessa
Serafina nella iniziazione alla Massoneria (ben verde il
serpente, ben rosso il pomo), Cagliostro stesso, ma quasi larva
svanente da quello che l'Houdon aveva scolpito, che si
contrappone alla dura realtà della triplice inferriata posta
alla finestrella della nera prigione, in San Leo. Anche con i
ritratti, l'illustratore compone equilibri e accenna
all'avvenimento: il cardinale di Rohan fronteggia la preziosa
collana tutta disegnata in un fulgente azzurro, l'uno e l'altra
appoggiano sulla forma distesa del rossastro gatto scelto a
simbolo dell'astuzia e dell'amicizia infide; la trionfale
bandiera sventolante, la fatidica data, le picche, i forconi,
attorniano la testa sanguinante del marchese De Launay a
raccontare la profezia avverata; il volto di Giacomo
Casanova sfuggente, in un angolo, al di sotto dell'ampia curva
nera che reca in alto l'insegna dei <<Trois
Dauphins>> vuol ricordare forse
l'ambiguità dell'incontro; la enumerazione di oggetto, arnesi,
elementi, testimoniano le procedure dell'alchimia, così
come per la giovanile iniziazione allo studio della magia,
dalla Sfinge e dalla piramide è indicato il luogo, e la rossa
figura veduta da tergo, che solleva al di sopra del capo quasi
sfera o luminoso globo, il possesso raggiunto del prodigioso
potere; ancora il richiamo all'Egitto è palese nelle due
colonne, nella figura di Iside a ricordare la data della
costruzione in Lione del tempio in cui si celebrano oscuri
riti vigilati dall'occhiuto triangolo massonico; trascorre il
verde fluido guaritore nelle nervose mani che si protendono al
povero sofferente, ad indicare la gratuita attività generosa
del taumaturgo; gli spettrali ceri della evocazione,
il fluttare lieve del bianco dietro il cilestrino della caraffa,
il teschio, riferiscono della tragica apparizione; allegri,
chiari, dorati sono i biglietti vincenti della lotteria e il
ritrovato forziere del tesoro ad indicare gioconda divinazione;
tesa è l'azzurra speranza, ma nello stesso tempo ben inchiavata
catena, attraversante l'attesa del veder apparire la liberatrice
mongolfiera...
Questo ed altro si potrebbe più sottilmente annotare nelle
illustrazioni che Giovanni Bruzzi ha approntato. Il suo
impadronirsi di un testo è da considerare con attenzione:
il personaggio Cagliostro riveduto criticamente, è stato reso da
lui con immagini non narrative bensì interpretative, e questo
sembra a me frutto di grande rigore non davvero comune ad anni
correnti ove continuamente assistiamo a noncuranza e
sopraffazioni.
Francesco Carnevali
(Presentazione mostre personali: "Galleria Metastasio",
6° Convegno Internazionale del Fumetto e del Fantastico",
Prato 1983; "Forte di Francesco di Giorgio Martini",
San Leo 1983)
 In occasione della mostra personale “Illustrazioni magiche” di Giovanni Bruzzi nella “Rocca Ubaldinesca” di Sassocorvaro, si è tenuta la presentazione del libro “Nel segno di Cagliostro”, da sinistra, Franco Riccomini, autore dell’opera, Fabio Filippetti, scrittore di esoterismo, Giorgio Berlincioni, operatore dell’occulto, Giovanni Bruzzi, illustratore del volume (24 aprile 1983).
 In occasione della mostra personale “12 illustrazioni per Cagliostro” di Giovanni Bruzzi al “Fortino Napoleonico” di Portonovo-Ancona, si è tenuta una tavola rotonda dal titolo “Serata del Mistero-A cena con Cagliostro”, da sinistra, Franco Copparo, organizzatore, Giovanni Bruzzi, Fabio Filippetti, scrittore di esoterismo, Alberto Berardi, storico, Malleus, operatore culturale (17 agosto 1995).
 Fantasma, copertina per "Il Giornale dei Misteri" (dicembre 1980).
 Il risveglio della mummia, copertina per "Il Giornale dei Misteri" (dicembre 1981).
 Magia e Sogni, di AA.VV. (Lucio Pugliese Editore, Firenze 1990). Un'opera in copertina e 35 tavole a colori nell'interno di Giovanni Bruzzi.
 Miti e Leggende del Mistero, di Fabio Filippetti (Lucio Pugliese Editore, Firenze 1988). Copertina e 46 tavole a colori nell'interno di Giovanni Bruzzi.
LA TAVOLOZZA MAGICA
DI GIOVANNI BRUZZI Anche nella figura e nell'atteggiamento Giovanni Bruzzi
rievoca quel che di antico e senza tempo, quel non so che di
ironicamente misterioso che costituiscono la nervatura e il
movente principale della sua pittura esoterica. Persino lo studio
di Firenze, nel quale Bruzzi lavora, appare sospeso in una
dimensione astratta, legata a sottili e ineffabili presenze che
sembrano sottendere l'atmosfera del luogo nel quale si aprono
ampi i giochi e gli scoppi di colore delle tele, in un intreccio
totale di luci e ombre che rievoca istantaneamente certe
ambientazioni austeramente e magicamente "decadenti"
care alla fantasia di Poe. Proprio nel suo studio di via dei
Servi a Firenze ho incontrato anni fa, per la prima volta
Giovanni Bruzzi, attratto dalla sua fama di pittore
"dell'occulto" grazie alla sua collaborazione al
mensile "Il Giornale dei Misteri" del quale è stato e
continua ad essere autore di molte copertine, nonchè per avere
illustrato pregevolmente il libro di Franco Riccomini "Nel
segno di Cagliostro", insieme al libro "Magia e
Sogni" edito da Lucio Pugliese. Quel che colpisce nella
pittura di Bruzzi, che spazia anche al di là dei confini del
discorso esoterico, è l'immediatezza del messaggio,
l'accuratezza del tratto, l'attenta ricerca del particolare,
oltre che naturalmente una buona conoscenza, sottesa e stimolata
dalla sua natura curiosa di sapere, del mondo paranormale. Il
"David e Golia", il "Faust", il
"Minotauro", "L'Esorcista", il "Cagliostro",
non sono che pochi dei lavori del maestro, nei quali è sempre
indiscutibilmente presente un pedante esame storico che non
diventa mai stucchevole, allorchè riscattato dal
"folletto" malizioso che si agita nell'animo
dell'artista, quasi istintivamente proteso in un pedagogico ludendo
disce. Eppure nonostante l'esaltante e commovente
suggestione del suo tratto <<viene
rifiutato ogni stravolgimento e ogni sorpresa allucinante. Nella
sua opera c'è un severo ordine, nessuna adesione romantica>>
come molto acutamente ha detto di Bruzzi, Mario Lepore in una
presentazione dell'artista per la galleria milanese Seno, che per
diversi anni ha ospitato in permanenza le sue tele. In ogni caso
il genio pittorico di Bruzzi è senza ombra di dubbio poliedrico
e non può non richiamarsi al segno di nascita, i Gemelli, che
stimolandolo verso ambiti di ricerca spesso eterogenei lo
predispongono ad una certa mobilità di orientamenti,
peculiarità questa che lo protegge da fastidiose etichettature e
lo rende sempre nuovo e gradevole al pubblico dei suoi
estimatori. Formatosi nella "bottega" di Rodolfo
Margheri, pronipote del pittore Stefano Bruzzi, Giovanni Bruzzi,
tra gli anni '60 e '70, si reca a Parigi più volte dove conosce
André Breton e Marc Vaux, che gli organizza una
"personale" nella sua galleria a Montparnasse: in
questo clima avviene la completa maturazione dell'artista. Ad
oggi Bruzzi vanta un curriculum tra mostre, rassegne e premi
nazionali ed internazionali veramente notevole, cosa che lo ha
ormai consacrato come, tra pochi, autentico maestro del colore.
E' amabile conoscere Giovanni Bruzzi con la sua aria da
gentiluomo francese, non si sa se acquisita o connaturata per una
felice combinazione del caso, è ancora più amabile conversare
con questo artista, vivo nel gesto e nell'eloquio come vivida ed
eloquente è la sua arte, senza sotterfugi, senza ambiguità,
senza oscuri cortinaggi, anche quando percorre le arcane e
umbratili vie del mistero.
Guido Guidi Guerrera
(Presentazione mostra personale "Biblioteca Quartiere
13", Firenze 1986)
 Il filtro della strega (1982, cm. 42x62, pastello e acquerello su carta).
 Sfinge (1984, cm. 49x57, acquerello su carta).
 Diavolo (1985, cm. 46x60, pastello e acquerello su carta).
San Giuseppe da Copertino (1995, cm. 50X70, pastello e acquerello su carta).
Il frate esorcista (1985, cm. 50X70, pastello e acquerello su carta).
Capo Sioux Medicine-man (1985, cm. 50X70, pastello e acquerello su carta).
Medusa (1985, cm. 50X70, pastello e acquerello su carta).
Il dio Pan (1985, cm. 50X70, pastello e acquerello su carta).
 Locandina.
 Locandina.
LE "MAGICHE" ILLUSTRAZIONI
DI BRUZZI La mostra sulle illustrazioni magiche di Bruzzi ci da
l'opportunità di fare delle considerazioni di carattere critico
e di soffermarci sulla scarsa attenzione che viene in genere
rivolta all'immagine illustrata. Eppure l'arte dell'illustrazione
è riuscita a crearsi oggi uno spazio estetico autonomo, nel
quale essa opera e viene valutata, rivendicando la propria
dignità espressiva dopo essersi svincolata da un reiterato e
pregiudizievole atteggiamento che l'aveva relegata in una
posizione subalterna rispetto alla pittura su tela. Grazie
all'opera svolta da alcuni studiosi in questo senso (vedi Paola
Pallottino e il suo recente volume sull'argomento Storia
dell'illustrazione italiana, Zanichelli, 1988) l'arte
"applicata" è stata ampiamente rivalutata, fatto
oggetto di attenzione e esentata dall'essere una forma d'arte
"minore", come per molto tempo è stata definita per
via del suo scopo preminentemente decorativo. Tuttavia,
nonostante ciò, ancora oggi permangono dei pregiudizi nei
confronti dell'illustrazione e del suo valore, e forse sarebbe
necessario ampliare ulteriormente l'informazione in questo
specifico campo. In questa ottica l'opera di Bruzzi, pittore e
illustratore, è indicativa in qualità di rappresentante di quel
ricco e variegato mondo illustrativo di cui, è bene dire, hanno
fatto parte nomi significativi della storia dell'arte. Bruzzi
nell'illustrazione sembra trovare una sua naturale dimensione che
si manifesta nella leggerezza e nell'ariosità compositiva che
contraddistinguono le sue rappresentazioni. Ispirato dai temi
della magia e dell'esoterismo, nei quali si è più volte
cimentato, Bruzzi apre la porta alla fantasia sbizzarrendosi in
un'ampia schiera di soggetti: Il Mago, La cucina degli gnomi,
Il filtro della strega, Il Diavolo, Il baphomet; tutti
contrassegnati da un vivido cromatismo, fortemente
caratterizzati, ricchi di attributi simbolici, pur senza scadere
mai nella macchietta artificiosa e descrittiva. Essi vivono,
costruzioni dell'immaginario, della loro natura particolare,
tutta fantastica, non come corollario di un testo scritto, nè
tantomeno come il suo equivalente grafico, ma come creature
autonome. Denso di suggestione come nel Risveglio della mummia,
alla luce lunare, o nella Vendetta di Tutankamen,
all'ombra della Sfinge, il mondo dell'occulto 'bruzziano' è
sovente animato e percorso da una magica ironia (Zombi, Il
frate esorcista, Il Fantasma) che talora non manca di
esprimere anche una sorta di "drammaticità" come nel
caso della innaturale fissità metafisicheggiante della Magia
in palcoscenico.
Rossana De Caro
(Presentazione mostra personale "S.M.S. Rifredi",
Firenze 1989)
 La maledizione di Tutankhamon (1986, cm. 50x70, pastello e acquerello su carta).
 La cometa di Halley (1985, cm. 50x70, pastello e acquerello su carta).
 Locandina.
IL RICHIAMO DEL MAGICO
NELL'ARTE DI BRUZZI
Il tema del mistero è senz'altro difficile da
rappresentare, perchè i limiti non sono mai definiti ed i
soggetti sono spesso sospesi in un alone nebuloso tra realtà e
fantasia. Grande attenzione merita quindi Giovanni Bruzzi, un
illustratore contemporaneo che riesce a far proprio il senso
dell'arcano e a trasporlo in realizzazione artistica, con una
immediatezza naturale che si avvale però anche di un'attenta
ricerca storica, culturale e simbolica. L'effetto delle
illustrazioni, che a tutti è dato di captare, è duplice: quello
di proporre un articolato messaggio decifrabile alla luce della
simbologia esoterica, componente essenziale del mondo del magico,
e quello di realizzare nei dipinti un'atmosfera di grande
suggestione cui è impossibile sottrarsi. Non soltanto istintiva
intelligenza e felice vena artistica, ma anche approfondita
cultura e sapiente ricerca hanno quindi condotto Giovanni Bruzzi
nei labirinti del mistero, con la invenzione di queste pitture
disegnate, con i colori che sono scelti ed usati con intenti
intimamente allusivi e non con osservanza veristica, basando la
realizzazione su alchimie cromatiche ma anche su precise
raffigurazioni simboliche. Maestro di tratto, di colore e a volte
anche di ironia, guidato da una evidente conoscenza delle
tematiche misteriche che la sua curiosità gli ha permesso di
indagare e far proprie, Bruzzi ci offre un ricco e variegato
universo illustrativo il cui filo conduttore è la magia. Con
mano sicura, il sagace artista toscano tratteggia personaggi
immaginari, storici o mitologici, accomunandoli in una dimensione
proiettata nel fantastico, ma confinante con il mondo del reale.
Come creature autonome, i soggetti vivono nei quadri,
attingendo forza dall'incisività del disegno e dalla potenza
cromatica. Questo traspare dalle numerose illustrazioni che
compaiono in opere importanti dal punto di vista iconologico come
<<Miti e Leggende del Mistero>>
(L. Pugliese Editore, Firenze, 1988) e <<Magia
e Sogni>> (L. Pugliese Editore,
Firenze, 1985), in testi specifici come <<Nel
segno di Cagliostro>> (Editrice
Atanòr, Roma 1982) o nelle copertine di riviste del settore come
<<Il Giornale dei Misteri>>
(C. Tedeschi Editore, Firenze). Stabiliti i soggetti o gli
episodi da rappresentare, Bruzzi li realizza con dotti richiami
dal valore simbolico: allorchè deve indicare personaggi storici
famosi li isola, li ritaglia ben riconoscibili, avendone desunte
le immagini da ritratti dipinti, plasmati, incisi da artisti ad
essi contemporanei, li focalizza in una esplorazione quasi
scientificamente indagata e a volte ne sottolinea le vicende,
come per il Cagliostro quasi larva svanente dedotto da
quello che l'Houdon aveva scolpito, che si contrappone alla dura
realtà della triplice inferriata posta alla finestrella della
tetra prigione, in San Leo. Anche con i ritratti, l'illustratore
compone equilibri e accenna all'avvenimento: gli elementi della
tavola, l'espressione dei personaggi, i soggetti e gli oggetti di
contorno ed i ben netti colori sono componenti che si
compenetrano completandosi nella realizzazione artistica. Così,
in un quadro sono racchiusi numerosi elementi che permettono di
mettere a fuoco la situazione. Qualità, questa, ben degna di
nota, soprattutto se si considera il fatto che molte tematiche
del mistero ci giungono con eco lontana o con forma incerta.
Anche i soggetti mitologici conservano l'anima simbolica ma
appaion ben reali e vitali, come se dalla profondità degli spazi
cosmici, o dagli abissi dell'inconscio umano, le figure
archetipiche trovassero nella sapiente mano di Bruzzi la
possibilità di penetrare per un attimo il mondo del reale,
venendo come intrappolate nelle figurazioni artistiche. Così
l'artista diventa tramite, la sua realizzazione studio continuo e
la suggestiva potenza espressiva del simbolo viene captata nella
sua interezza. Draghi ed ibridi mostruosi sfidano gli Eroi
solari, e la mitica Sfinge greca, raffigurata con tutti
gli elementi simbolici essenziali, ha le ali colorate dell'ascesa
spirituale ed il volto immutabile ed impenetrabile dell'eterno
enigma. Dietro, un favoloso sfondo composto di un manto stellato,
oltre che rendere alla figura una potenza illustrativa di
notevole impatto, ci proietta in una notte che racchiude tutti
gli enigmi del nostro essere. Le dodici illustrazioni sul Conte
di Cagliostro che ripercorrono la sua travolgente odissea - come
osserva Francesco Carnevali - sono condotte a limpido acquerello,
racchiuse in un uguale blocco di spazio, dal quale però egli deborda
(e qui è palese l'aggancio al tempo della nostra inquieta vita,
così come lo è la impennata di certi tagli del nero);
deborda con elementi o particolari di elementi, quasi volesse
annodare la figurazione centrale e pesante al maggior
spazio del foglio bianco a guisa di suggello, o anche suggerirne
lo snodarsi e il fluire oltre le limitazioni. Dall'accattivante
ed allegra Cucina degli gnomi al suggestivo ed imprevisto Risveglio
della mummia, dal divertito ed ineffabile Diavolo alla
decisa ed improvvisa apparizione del Fantasma,
dall'enigmatica ed anguicrinita Medusa allo scalpitante Minotauro
ed ai segni dello Zodiaco, l'interpretazione di Bruzzi è sempre
ricca di fascino e d'immediato richiamo. Così la Strega,
capelluta e prosperosa, dal ghigno inquietante ma anche femminile
nelle lunghe unghie rosse, aspira effluvi verdastri, venefici o
forse soltanto profumati, mentre il Cavaliere del Tempio,
metallico e misterioso, difende la soglia, impedendo l'entrata a
chi non può addentrarsi i questo mondo... L'efficace intuizione
artistica ci dona la parte visiva dell'idea di questi
personaggi: Bruzzi non dipinge una sfinge, ma la Sfinge, non una
fata, ma la Fata, non un cavaliere, ma il Cavaliere... Su tutto
aleggia il sorriso, quella leggera ironia forse di derivazione
francese, sicuramente fiorentina, che contraddistingue Bruzzi (e
non solo il pittore) e che gli permette di trattare certi temi
senza cadere nell'ampollosità e nella retorica, ma anzi di
nobilitarli corredandoli di precisi riferimenti simbolici.
Alchimia pittorica densa di colori brillanti, quella di Bruzzi,
che imprigiona in un attimo le caratteristiche fondamentali: la
ieraticità o l'ineffabilità, la trasgressione o la potenza. Le
creature di Bruzzi vivono non solo nelle tavole, ma in lui
stesso, divenuto dunque <<testimone
del mistero>>. E quel fascino sottile
ed avvincente che pervade chiunque si trovi davanti alle
illustrazioni magiche, quell'attrazione quasi magnetica che le
figure sembrano avere, dimostrano come attraverso l'arte sia
possibile un contatto tangibile con un mondo pur sempre <<impalpabile>>
come quello del mistero. Osservando il risultato, poi, si
potrebbe invertire il famoso assioma magico che considera la
magia nient'altro che un'arte: dal suo variegato universo
pittorico, Bruzzi dimostra che l'arte, a volte, può essere
magia.
Fabio Filippetti
(Presentazione mostra personale "Galleria La
Soffitta", Sesto Fiorentino 1996)
Minotauro (1985, cm. 50X70, pastello e acquerello su carta).
 Araba Fenice (1987, cm. 70x90, olio su tela).
Dracula, (2009, cm.80X100, olio su tela).
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