Lucifero dantesco (2002, cm. 80x90, olio su tela).



Faust e Mefistofele (1957, cm. 120x90, olio su tela).


Manifesto.



Manifesto.

A PROPOSITO DI MISTERO

Si può dire che, da sempre, ho provato interesse per il misterioso mondo della magia e dell'esoterismo; quando ero ragazzo una delle storie a fumetti che mi intrigò di più fu "Virus, il mago della foresta morta" (nel 1948, ne feci anche un disegno copiato dalle tavole del grande Walter Molino e poi, nel 1974, lo presentai in pittura-collage nella serie "Omaggio al fumetto"). Nel corso degli anni ho realizzato alcuni dei miei più importanti dipinti proprio su soggetti con caratteristiche esoteriche indubbie ("Faust e Mefistofele", "Golia ucciso", "Sansone alla macina", "Sonnambula", "Fantasma", "Il risveglio della mummia", "David e Golia", "Ulisse e Polifemo", "Gigante e cavaliere", "Cavaliere del Tempio"). Nel 1968, visitando il Forte di San Leo nelle Marche, mi venne la curiosità di approfondire il personaggio di Cagliostro (ne feci subito un ritratto da una sua effige incisa in una stampa coeva); da quel momento, ho avuto la spinta decisiva verso l'occulto e il paranormale eseguendo numerose illustrazioni (con tecnica raffinatissima di altissimo profilo artistico all'acquerello-pastello su carta) che sono andate ad arricchire l'iconografia di libri e riviste di grande tiratura a carattere nazionale, specialistici nel settore, con copertine e tavole a colori di sicuro effetto visivo e di perfetta simbologia specifica. Nel 1981, mentre in ore notturne lavoravo, nel mio studio di Firenze, alle illustrazioni del libro "Nel segno di Cagliostro" fui involontario protagonista e testimone di eclatanti fenomeni di "apporti" e di "poltergeist" che si ripeterono per più notti; anche se questi accadimenti non potranno mai essere da me provati scientificamente, dimostrano che esiste ancora qualcosa al di fuori del controllo e del potere dell'uomo. Ed è proprio perchè a tanti fenomeni, accaduti ma irripetibili, non sappiamo dare una logica spiegazione che, ancora oggi, il mistero, la magia, l'occulto, l'esoterismo e il paranormale mantengono immutato il loro grandissimo fascino. Dato il diffusissimo interesse per l'argomento, ho anche allestito numerose mostre con gli originali delle mie "illustrazioni magiche" in prestigiose sedi pubbliche, col supporto degli Assessorati alla Cultura e al Turismo, riscuotendo sempre un clamoroso successo di pubblico.

Giovanni Bruzzi



Manifesto.



Nel segno di Cagliostro, di Franco Riccomini (Editrice Atanòr, Roma 1982). Un'opera in copertina e 12 tavole a colori nell'interno di Giovanni Bruzzi.



Mitau 1779: Cagliostro evoca il barone Federico der Recke, morto tragicamente (1981, cm. 64x72, pastello e acquerello su carta).



Strasburgo 1780: Taumaturgia gratuita di Cagliostro verso i poveri (1981, cm. 64x72, pastello e acquerello su carta).



Locandina.

IL "CAGLIOSTRO" DI BRUZZI

DODICI ILLUSTRAZIONI PER UN LIBRO

Prima di addentrarmi ad osservare le figurazioni inventate da Giovanni Bruzzi, devo attestare come in maniera esemplare egli abbia assolto un suo compito, quello di obbedire con scrupolosa attenzione alle unità delle immagini. Esse pur nel loro variare rappresentativo costantemente ripetono la misura e sono attuate in modo da consentire la loro esatta riproduzione nella ridotta scala voluta; e dunque egli ha fornito, a chi darà forma alle pagine, un contributo di primaria importanza per l'architettura del volume. Bruzzi ha voluto avvertirmi che questo <<Nel segno di Cagliostro>>, scritto da Franco Riccomini e da lui figurato, è testo che non già contiene una biografia più o meno romanzata, o addirittura una romanzesca narrazione, ma si presenta quale valutazione dei vari aspetti in cui il Cagliostro fu considerato; la forma di mago, d'alchimista, d'indovino, di taumaturgo, di pericoloso affiliato alla Massoneria, di avventuriero scaltrissimo che ha circondato la sua figura, viene in esso, proposta ad una esplorazione e quasi scientificamente indagata. Istintiva intelligenza, approfondita cultura, sapiente ricerca hanno condotto Giovanni Bruzzi alla invenzione di queste pitture disegnate "pitture" perchè i colori sono scelti ed usati da lui con intenti intimamente allusivi, e non con osservanza veristica, "disegnate" per l'acutezza in cui appaiono scritte nel segnare contorni e plasmare volumi (qualità proprie della di lui natura, come mi fu dato leggere in opere sue di più ampio respiro, di speciosa materia, diretta emanazione della terra fiorentina).Tali mi appaiono le sue dodici illustrazioni condotte a limpido acquerello, racchiuse in un uguale blocco di spazio, dal quale però egli deborda (e qui è palese l'aggancio al tempo della nostra inquieta vita, così come lo è la impennata di certi tagli nel nero); deborda con elementi o particolari di elementi, quasi volesse annodare la figurazione centrale e pesante al maggiore spazio del foglio bianco a guisa di suggello, o anche suggerirne lo snodarsi e il fluire oltre le limitazioni. Stabiliti dodici episodi salienti nella settecentesca vicenda di Cagliostro, Bruzzi li ha rifigurati con richiami dal valore simbolico - non ha narrato, ma suggerito - perfettamente aderendo in tal modo agli intenti che il testo si propone. Allorchè deve indicare personaggi famosi li isola, li ritaglia ben riconoscibili, avendone desunte le immagini da ritratti dipinti, plasmati, incisi da artisti ad essi contemporanei, tali Casanova, il cardinale di Rohan, il decapitato marchese De Launay, Lorenza - posta al centro della composizione - al suo divenire Contessa Serafina nella iniziazione alla Massoneria (ben verde il serpente, ben rosso il pomo), Cagliostro stesso, ma quasi larva svanente da quello che l'Houdon aveva scolpito, che si contrappone alla dura realtà della triplice inferriata posta alla finestrella della nera prigione, in San Leo. Anche con i ritratti, l'illustratore compone equilibri e accenna all'avvenimento: il cardinale di Rohan fronteggia la preziosa collana tutta disegnata in un fulgente azzurro, l'uno e l'altra appoggiano sulla forma distesa del rossastro gatto scelto a simbolo dell'astuzia e dell'amicizia infide; la trionfale bandiera sventolante, la fatidica data, le picche, i forconi, attorniano la testa sanguinante del marchese De Launay a raccontare la profezia avverata; il volto di Giacomo Casanova sfuggente, in un angolo, al di sotto dell'ampia curva nera che reca in alto l'insegna dei <<Trois Dauphins>> vuol ricordare forse l'ambiguità dell'incontro; la enumerazione di oggetto, arnesi, elementi, testimoniano le procedure dell'alchimia, così come per la giovanile iniziazione allo studio della magia, dalla Sfinge e dalla piramide è indicato il luogo, e la rossa figura veduta da tergo, che solleva al di sopra del capo quasi sfera o luminoso globo, il possesso raggiunto del prodigioso potere; ancora il richiamo all'Egitto è palese nelle due colonne, nella figura di Iside a ricordare la data della costruzione in Lione del tempio in cui si celebrano oscuri riti vigilati dall'occhiuto triangolo massonico; trascorre il verde fluido guaritore nelle nervose mani che si protendono al povero sofferente, ad indicare la gratuita attività generosa del taumaturgo; gli spettrali ceri della evocazione, il fluttare lieve del bianco dietro il cilestrino della caraffa, il teschio, riferiscono della tragica apparizione; allegri, chiari, dorati sono i biglietti vincenti della lotteria e il ritrovato forziere del tesoro ad indicare gioconda divinazione; tesa è l'azzurra speranza, ma nello stesso tempo ben inchiavata catena, attraversante l'attesa del veder apparire la liberatrice mongolfiera... Questo ed altro si potrebbe più sottilmente annotare nelle illustrazioni che Giovanni Bruzzi ha approntato. Il suo impadronirsi di un testo è da considerare con attenzione: il personaggio Cagliostro riveduto criticamente, è stato reso da lui con immagini non narrative bensì interpretative, e questo sembra a me frutto di grande rigore non davvero comune ad anni correnti ove continuamente assistiamo a noncuranza e sopraffazioni.

Francesco Carnevali
(Presentazione mostre personali: "Galleria Metastasio", 6° Convegno Internazionale del Fumetto e del Fantastico", Prato 1983; "Forte di Francesco di Giorgio Martini", San Leo 1983)




In occasione della mostra personale “Illustrazioni magiche” di Giovanni Bruzzi nella “Rocca Ubaldinesca” di Sassocorvaro, si è tenuta la presentazione del libro “Nel segno di Cagliostro”, da sinistra, Franco Riccomini, autore dell’opera, Fabio Filippetti, scrittore di esoterismo, Giorgio Berlincioni, operatore dell’occulto, Giovanni Bruzzi, illustratore del volume (24 aprile 1983).



In occasione della mostra personale “12 illustrazioni per Cagliostro” di Giovanni Bruzzi al “Fortino Napoleonico” di Portonovo-Ancona, si è tenuta una tavola rotonda dal titolo “Serata del Mistero-A cena con Cagliostro”, da sinistra, Franco Copparo, organizzatore, Giovanni Bruzzi, Fabio Filippetti, scrittore di esoterismo, Alberto Berardi, storico, Malleus, operatore culturale (17 agosto 1995).



Fantasma, copertina per "Il Giornale dei Misteri" (dicembre 1980).



Il risveglio della mummia, copertina per "Il Giornale dei Misteri" (dicembre 1981).



Magia e Sogni, di AA.VV. (Lucio Pugliese Editore, Firenze 1990). Un'opera in copertina e 35 tavole a colori nell'interno di Giovanni Bruzzi.



Miti e Leggende del Mistero, di Fabio Filippetti (Lucio Pugliese Editore, Firenze 1988). Copertina e 46 tavole a colori nell'interno di Giovanni Bruzzi.

LA TAVOLOZZA MAGICA 
DI GIOVANNI BRUZZI

Anche nella figura e nell'atteggiamento Giovanni Bruzzi rievoca quel che di antico e senza tempo, quel non so che di ironicamente misterioso che costituiscono la nervatura e il movente principale della sua pittura esoterica. Persino lo studio di Firenze, nel quale Bruzzi lavora, appare sospeso in una dimensione astratta, legata a sottili e ineffabili presenze che sembrano sottendere l'atmosfera del luogo nel quale si aprono ampi i giochi e gli scoppi di colore delle tele, in un intreccio totale di luci e ombre che rievoca istantaneamente certe ambientazioni austeramente e magicamente "decadenti" care alla fantasia di Poe. Proprio nel suo studio di via dei Servi a Firenze ho incontrato anni fa, per la prima volta Giovanni Bruzzi, attratto dalla sua fama di pittore "dell'occulto" grazie alla sua collaborazione al mensile "Il Giornale dei Misteri" del quale è stato e continua ad essere autore di molte copertine, nonchè per avere illustrato pregevolmente il libro di Franco Riccomini "Nel segno di Cagliostro", insieme al libro "Magia e Sogni" edito da Lucio Pugliese. Quel che colpisce nella pittura di Bruzzi, che spazia anche al di là dei confini del discorso esoterico, è l'immediatezza del messaggio, l'accuratezza del tratto, l'attenta ricerca del particolare, oltre che naturalmente una buona conoscenza, sottesa e stimolata dalla sua natura curiosa di sapere, del mondo paranormale. Il "David e Golia", il "Faust", il "Minotauro", "L'Esorcista", il "Cagliostro", non sono che pochi dei lavori del maestro, nei quali è sempre indiscutibilmente presente un pedante esame storico che non diventa mai stucchevole, allorchè riscattato dal "folletto" malizioso che si agita nell'animo dell'artista, quasi istintivamente proteso in un pedagogico ludendo disce. Eppure nonostante l'esaltante e commovente suggestione del suo tratto <<viene rifiutato ogni stravolgimento e ogni sorpresa allucinante. Nella sua opera c'è un severo ordine, nessuna adesione romantica>> come molto acutamente ha detto di Bruzzi, Mario Lepore in una presentazione dell'artista per la galleria milanese Seno, che per diversi anni ha ospitato in permanenza le sue tele. In ogni caso il genio pittorico di Bruzzi è senza ombra di dubbio poliedrico e non può non richiamarsi al segno di nascita, i Gemelli, che stimolandolo verso ambiti di ricerca spesso eterogenei lo predispongono ad una certa mobilità di orientamenti, peculiarità questa che lo protegge da fastidiose etichettature e lo rende sempre nuovo e gradevole al pubblico dei suoi estimatori. Formatosi nella "bottega" di Rodolfo Margheri, pronipote del pittore Stefano Bruzzi, Giovanni Bruzzi, tra gli anni '60 e '70, si reca a Parigi più volte dove conosce André Breton e Marc Vaux, che gli organizza una "personale" nella sua galleria a Montparnasse: in questo clima avviene la completa maturazione dell'artista. Ad oggi Bruzzi vanta un curriculum tra mostre, rassegne e premi nazionali ed internazionali veramente notevole, cosa che lo ha ormai consacrato come, tra pochi, autentico maestro del colore. E' amabile conoscere Giovanni Bruzzi con la sua aria da gentiluomo francese, non si sa se acquisita o connaturata per una felice combinazione del caso, è ancora più amabile conversare con questo artista, vivo nel gesto e nell'eloquio come vivida ed eloquente è la sua arte, senza sotterfugi, senza ambiguità, senza oscuri cortinaggi, anche quando percorre le arcane e umbratili vie del mistero.

Guido Guidi Guerrera
(Presentazione mostra personale "Biblioteca Quartiere 13", Firenze 1986)


Il filtro della strega (1982, cm. 42x62, pastello e acquerello su carta).



Sfinge (1984, cm. 49x57, acquerello su carta).



Diavolo (1985, cm. 46x60, pastello e acquerello su carta).



San Giuseppe da Copertino (1995, cm. 50X70, pastello e acquerello su carta).



Il frate esorcista (1985, cm. 50X70, pastello e acquerello su carta).



Capo Sioux Medicine-man (1985, cm. 50X70, pastello e acquerello su carta).



Medusa (1985, cm. 50X70, pastello e acquerello su carta).



Il dio Pan (1985, cm. 50X70, pastello e acquerello su carta).



Locandina.


Locandina.

LE "MAGICHE" ILLUSTRAZIONI 
DI BRUZZI

La mostra sulle illustrazioni magiche di Bruzzi ci da l'opportunità di fare delle considerazioni di carattere critico e di soffermarci sulla scarsa attenzione che viene in genere rivolta all'immagine illustrata. Eppure l'arte dell'illustrazione è riuscita a crearsi oggi uno spazio estetico autonomo, nel quale essa opera e viene valutata, rivendicando la propria dignità espressiva dopo essersi svincolata da un reiterato e pregiudizievole atteggiamento che l'aveva relegata in una posizione subalterna rispetto alla pittura su tela. Grazie all'opera svolta da alcuni studiosi in questo senso (vedi Paola Pallottino e il suo recente volume sull'argomento Storia dell'illustrazione italiana, Zanichelli, 1988) l'arte "applicata" è stata ampiamente rivalutata, fatto oggetto di attenzione e esentata dall'essere una forma d'arte "minore", come per molto tempo è stata definita per via del suo scopo preminentemente decorativo. Tuttavia, nonostante ciò, ancora oggi permangono dei pregiudizi nei confronti dell'illustrazione e del suo valore, e forse sarebbe necessario ampliare ulteriormente l'informazione in questo specifico campo. In questa ottica l'opera di Bruzzi, pittore e illustratore, è indicativa in qualità di rappresentante di quel ricco e variegato mondo illustrativo di cui, è bene dire, hanno fatto parte nomi significativi della storia dell'arte. Bruzzi nell'illustrazione sembra trovare una sua naturale dimensione che si manifesta nella leggerezza e nell'ariosità compositiva che contraddistinguono le sue rappresentazioni. Ispirato dai temi della magia e dell'esoterismo, nei quali si è più volte cimentato, Bruzzi apre la porta alla fantasia sbizzarrendosi in un'ampia schiera di soggetti: Il Mago, La cucina degli gnomi, Il filtro della strega, Il Diavolo, Il baphomet; tutti contrassegnati da un vivido cromatismo, fortemente caratterizzati, ricchi di attributi simbolici, pur senza scadere mai nella macchietta artificiosa e descrittiva. Essi vivono, costruzioni dell'immaginario, della loro natura particolare, tutta fantastica, non come corollario di un testo scritto, nè tantomeno come il suo equivalente grafico, ma come creature autonome. Denso di suggestione come nel Risveglio della mummia, alla luce lunare, o nella Vendetta di Tutankamen, all'ombra della Sfinge, il mondo dell'occulto 'bruzziano' è sovente animato e percorso da una magica ironia (Zombi, Il frate esorcista, Il Fantasma) che talora non manca di esprimere anche una sorta di "drammaticità" come nel caso della innaturale fissità metafisicheggiante della Magia in palcoscenico.

Rossana De Caro
(Presentazione mostra personale "S.M.S. Rifredi", Firenze 1989)


La maledizione di Tutankhamon (1986, cm. 50x70, pastello e acquerello su carta).



La cometa di Halley (1985, cm. 50x70, pastello e acquerello su carta).



Locandina.

IL RICHIAMO DEL MAGICO
NELL'ARTE DI BRUZZI

Il tema del mistero è senz'altro difficile da rappresentare, perchè i limiti non sono mai definiti ed i soggetti sono spesso sospesi in un alone nebuloso tra realtà e fantasia. Grande attenzione merita quindi Giovanni Bruzzi, un illustratore contemporaneo che riesce a far proprio il senso dell'arcano e a trasporlo in realizzazione artistica, con una immediatezza naturale che si avvale però anche di un'attenta ricerca storica, culturale e simbolica. L'effetto delle illustrazioni, che a tutti è dato di captare, è duplice: quello di proporre un articolato messaggio decifrabile alla luce della simbologia esoterica, componente essenziale del mondo del magico, e quello di realizzare nei dipinti un'atmosfera di grande suggestione cui è impossibile sottrarsi. Non soltanto istintiva intelligenza e felice vena artistica, ma anche approfondita cultura e sapiente ricerca hanno quindi condotto Giovanni Bruzzi nei labirinti del mistero, con la invenzione di queste pitture disegnate, con i colori che sono scelti ed usati con intenti intimamente allusivi e non con osservanza veristica, basando la realizzazione su alchimie cromatiche ma anche su precise raffigurazioni simboliche. Maestro di tratto, di colore e a volte anche di ironia, guidato da una evidente conoscenza delle tematiche misteriche che la sua curiosità gli ha permesso di indagare e far proprie, Bruzzi ci offre un ricco e variegato universo illustrativo il cui filo conduttore è la magia. Con mano sicura, il sagace artista toscano tratteggia personaggi immaginari, storici o mitologici, accomunandoli in una dimensione proiettata nel fantastico, ma confinante con il mondo del reale. Come creature autonome, i soggetti vivono nei quadri, attingendo forza dall'incisività del disegno e dalla potenza cromatica. Questo traspare dalle numerose illustrazioni che compaiono in opere importanti dal punto di vista iconologico come <<Miti e Leggende del Mistero>> (L. Pugliese Editore, Firenze, 1988) e <<Magia e Sogni>> (L. Pugliese Editore, Firenze, 1985), in testi specifici come <<Nel segno di Cagliostro>> (Editrice Atanòr, Roma 1982) o nelle copertine di riviste del settore come <<Il Giornale dei Misteri>> (C. Tedeschi Editore, Firenze). Stabiliti i soggetti o gli episodi da rappresentare, Bruzzi li realizza con dotti richiami dal valore simbolico: allorchè deve indicare personaggi storici famosi li isola, li ritaglia ben riconoscibili, avendone desunte le immagini da ritratti dipinti, plasmati, incisi da artisti ad essi contemporanei, li focalizza in una esplorazione quasi scientificamente indagata e a volte ne sottolinea le vicende, come per il Cagliostro quasi larva svanente dedotto da quello che l'Houdon aveva scolpito, che si contrappone alla dura realtà della triplice inferriata posta alla finestrella della tetra prigione, in San Leo. Anche con i ritratti, l'illustratore compone equilibri e accenna all'avvenimento: gli elementi della tavola, l'espressione dei personaggi, i soggetti e gli oggetti di contorno ed i ben netti colori sono componenti che si compenetrano completandosi nella realizzazione artistica. Così, in un quadro sono racchiusi numerosi elementi che permettono di mettere a fuoco la situazione. Qualità, questa, ben degna di nota, soprattutto se si considera il fatto che molte tematiche del mistero ci giungono con eco lontana o con forma incerta. Anche i soggetti mitologici conservano l'anima simbolica ma appaion ben reali e vitali, come se dalla profondità degli spazi cosmici, o dagli abissi dell'inconscio umano, le figure archetipiche trovassero nella sapiente mano di Bruzzi la possibilità di penetrare per un attimo il mondo del reale, venendo come intrappolate nelle figurazioni artistiche. Così l'artista diventa tramite, la sua realizzazione studio continuo e la suggestiva potenza espressiva del simbolo viene captata nella sua interezza. Draghi ed ibridi mostruosi sfidano gli Eroi solari, e la mitica Sfinge greca, raffigurata con tutti gli elementi simbolici essenziali, ha le ali colorate dell'ascesa spirituale ed il volto immutabile ed impenetrabile dell'eterno enigma. Dietro, un favoloso sfondo composto di un manto stellato, oltre che rendere alla figura una potenza illustrativa di notevole impatto, ci proietta in una notte che racchiude tutti gli enigmi del nostro essere. Le dodici illustrazioni sul Conte di Cagliostro che ripercorrono la sua travolgente odissea - come osserva Francesco Carnevali - sono condotte a limpido acquerello, racchiuse in un uguale blocco di spazio, dal quale però egli deborda (e qui è palese l'aggancio al tempo della nostra inquieta vita, così come lo è la impennata di certi tagli del nero); deborda con elementi o particolari di elementi, quasi volesse annodare la figurazione centrale e pesante al maggior spazio del foglio bianco a guisa di suggello, o anche suggerirne lo snodarsi e il fluire oltre le limitazioni. Dall'accattivante ed allegra Cucina degli gnomi al suggestivo ed imprevisto Risveglio della mummia, dal divertito ed ineffabile Diavolo alla decisa ed improvvisa apparizione del Fantasma, dall'enigmatica ed anguicrinita Medusa allo scalpitante Minotauro ed ai segni dello Zodiaco, l'interpretazione di Bruzzi è sempre ricca di fascino e d'immediato richiamo. Così la Strega, capelluta e prosperosa, dal ghigno inquietante ma anche femminile nelle lunghe unghie rosse, aspira effluvi verdastri, venefici o forse soltanto profumati, mentre il Cavaliere del Tempio, metallico e misterioso, difende la soglia, impedendo l'entrata a chi non può addentrarsi i questo mondo... L'efficace intuizione artistica ci dona la parte visiva dell'idea di questi personaggi: Bruzzi non dipinge una sfinge, ma la Sfinge, non una fata, ma la Fata, non un cavaliere, ma il Cavaliere... Su tutto aleggia il sorriso, quella leggera ironia forse di derivazione francese, sicuramente fiorentina, che contraddistingue Bruzzi (e non solo il pittore) e che gli permette di trattare certi temi senza cadere nell'ampollosità e nella retorica, ma anzi di nobilitarli corredandoli di precisi riferimenti simbolici. Alchimia pittorica densa di colori brillanti, quella di Bruzzi, che imprigiona in un attimo le caratteristiche fondamentali: la ieraticità o l'ineffabilità, la trasgressione o la potenza. Le creature di Bruzzi vivono non solo nelle tavole, ma in lui stesso, divenuto dunque <<testimone del mistero>>. E quel fascino sottile ed avvincente che pervade chiunque si trovi davanti alle illustrazioni magiche, quell'attrazione quasi magnetica che le figure sembrano avere, dimostrano come attraverso l'arte sia possibile un contatto tangibile con un mondo pur sempre <<impalpabile>> come quello del mistero. Osservando il risultato, poi, si potrebbe invertire il famoso assioma magico che considera la magia nient'altro che un'arte: dal suo variegato universo pittorico, Bruzzi dimostra che l'arte, a volte, può essere magia.

Fabio Filippetti
(Presentazione mostra personale "Galleria La Soffitta", Sesto Fiorentino 1996)


Minotauro (1985, cm. 50X70, pastello e acquerello su carta).



Araba Fenice (1987, cm. 70x90, olio su tela).


Dracula, (2009, cm.80X100, olio su tela).